Attraversare le acque
NaviLe imbarcazioni monossili
Come conferma l’etimologia greca del termine, si tratta di imbarcazioni realizzate da un unico tronco d’albero scavato al suo interno, comunemente dette anche piroghe. Questi scafi di semplice costruzione vengono spesso associati unicamente alla preistoria. In realtà le imbarcazioni monossili, ampiamente attestate nella preistoria, conobbero una grande diffusione anche in epoca storica, dall’antichità al medioevo, per giungere in molti casi fino all’età moderna e addirittura fino alla prima metà del Novecento. Si tratta infatti di scafi che rispondono perfettamente alle esigenze della navigazione fluvio-lagunare e lacustre, risultando in ogni epoca il mezzo economicamente più efficace in questi contesti ambientali.
Numerosi sono i rinvenimenti archeologici di scafi monossili nella pianura padano-veneta, in particolare nell’area del delta del Po, che rimandano prevalentemente a una cronologia tardo-antica e medievale. Anche i fiumi della pianura veneta hanno restituito numerosi esemplari (dal Bacchiglione e dal Piave), mentre relativamente pochi sono gli esemplari ritrovati ai margini della laguna di Venezia (uno da Lova e due dal Cornio-Brentella, tutti di epoca medievale), dove le imbarcazioni monossili dovevano comunque essere ampiamente diffuse. In epoca tarda, tra la fine del IV e gli inizi del V secolo, il grammatico Servio ricorda l’uso di queste imbarcazioni (chiamate lintres in latino), nelle acque interne delle Venezie, da Ravenna ad Altino, dove venivano impiegate non solo per i trasporti ma anche per la caccia, l’uccellagione e l’agricoltura.