Acqua e Sacro
Itinerari lagunari fra sacro e profanoLa direttrice di San Secondo
La direttrice che si sviluppa lungo i canali di San Zulian e San Secondo rappresentava la principale via di collegamento acqueo tra Venezia e l’immediato entroterra mestrino: metteva in comunicazione diretta il popoloso sestiere veneziano di Cannaregio con il centro di Mestre (all’altezza dell’attuale piazza Barche). Nel tardo Medioevo era l’unico itinerario consentito per il transito delle imbarcazioni, nel tentativo di porre freno al diffuso contrabbando di carni e di animali vivi destinati alla macellazione dai pascoli della gronda lagunare verso Venezia. Fra le antiche direttrici acquee che intersecano la laguna si tratta, peraltro, dell'unica via che ancor oggi viene quotidianamente utilizzata per il trasporto commerciale. Ma è a metà strada fra la Punta di San Zulian e i margini occidentali della Venezia storica, presso Punta San Giobbe, che sorge l’isola che darà il nome al vicino canale di San Secondo. Qui nel 1034 vennero edificati una chiesetta e un piccolo monastero, originariamente dedicati ai santi Secondo ed Erasmo e affidati all’ordine delle Benedettine. Flaminio Corner, che nel Settecento ebbe modo di visitare l’isola, ricorda che nell’anno 1237 vi vennero traslate le reliquie di San Secondo martire, oggi conservate nella chiesa veneziana di Santa Maria ai Gesuati.
Lungo il canale principale che collegava alla laguna aperta la città murata di Mestre e il borgo commerciale di Marghera - in corrispondenza di un marchingegno manovrato da argani chiamato ‘carro’ (che consentiva alle imbarcazioni di superare l’argine che separava le acque dolci da quelle salate) - l’unica significativa presenza edificata è data dal sito detto dell’Anconèta. Si tratta di un sito destinato ab antiquo al culto, la cui presenza è documentata almeno sin dal Medioevo. Si ergeva su un isolotto ubicato lungo un’ansa del canale San Secondo che s’immette in laguna all’altezza della Punta di San Zulian (ai margini dell’attuale omonimo parco). Esso viene anche ricordato quale importante punto di riferimento attrezzato per il ricovero e la sosta dei naviganti.
Insieme alla torre di Marghera (che già sul finire del Cinquecento è raffigurata allo stato di rudere, probabilmente a causa della guerra di Cambrai), la torre di San Zulian era parte integrante di un complesso sistema difensivo e di avvistamento che da Chioggia giungeva fino a Caorle. Rappresentata integra nei disegni del Canaletto, la torre di San Zulian sopravviverà sull’omonima isola fino ai primi decenni dell’Ottocento. Sempre nell’isola di San Zulian è inoltre attestato, fino al primo Cinquecento, il convento francescano di San Zulian del Buonalbergo; in epoca napoleonica vi risulta invece attivo un posto di finanza: la Palada alla Torre di San Zulian. (CANIATO)