Le Origini di Venezia
ALTINO - TORCELLO
Dolci e salate.
L'acqua all'origine di Venezia

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vetro

Altino

Il vetro era molto apprezzato in età antica perché molto economico e adatto alla produzione seriale, ma soprattutto perché inodore e insapore e dunque estremamente adatto alla conservazione di cibi e sostanze deperibili.

Altino ha restituito una grande quantità di vasellame in vetro, utilizzato sia per contenere cibi e bevande, sia deposto all’interno delle tombe come oggetto del corredo funerario; in particolare i vetri provenienti dalle tombe , databili tra la fine del I sec. a.C. e il II sec. d.C., si distinguono per l’ottimo stato di conservazione.

Oltre un migliaio sono i balsamari , piccole bottiglie di diverse forme e colori, che contenevano unguenti e oli profumati, cosmetici e farmaci, e che venivano utilizzati per la cosmesi e anche nel corso dei riti funebri per aromatizzare l’aria, per versare oli e profumi sul corpo del defunto prima, durante e dopo la cremazione.

I recipienti di vetro furono utilizzati ad Altino frequentemente anche come vaso ossuario per raccogliere le ceneri dei defunti. Si tratta soprattutto di olle ovoidali e globulari , originariamente destinate a conservare cibi nella dispensa, ma vi sono anche grandi tazze , che contenevano cibo e bevande; con tutta probabilità questi fragili vasi venivano deposti nelle tombe avvolti in drappi di stoffa, che li dovevano proteggere. Gli ossuari di vetro sembrano essere riservati ad Altino esclusivamente a donne e bambini e sono associati solitamente a corredi molto ricchi, che denotano l’appartenenza dei defunti ad una elevata classe sociale.

Nelle tombe venivano deposti anche brocche, piatti, coppe e bottiglie sia come servizio da mensa per il banchetto nell’Aldilà, sia al termine delle diverse cerimonie rituali che si svolgevano in memoria dei defunti. Tra le coppe , destinate a contenere salse e intingoli, vi sono vari esemplari realizzati con la raffinata tecnica a mosaico , che testimoniano la presenza di vasellame di lusso riservato ai ceti più benestanti della popolazione. Queste raffinate coppe furono prodotte in Campania, a Roma e ad Aquileia, mentre la maggior parte dei vetri altinati sono attribuibili a produzioni nord-italiche non meglio precisabili.

Bracciali, anelli, perle di collana e strumenti da toilette in vetro venivano inseriti nel corredo funerario femminile, mentre pedine in vetro di diversi colori riportano al mondo spensierato del gioco.

L’alta percentuale di oggetti di vetro rinvenuti ad Altino, insieme al rinvenimento di numerosi scarti di fusione, fanno ritenere che in età romana qui vi fosse una produzione vetraria, che a Murano iniziò solo nel Trecento.

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