Tra terra e acqua
bonifiche e paludiI cambiamenti morfologici della laguna di Venezia
La laguna è in uno stato di perenne cambiamento. Da sempre la sua caratteristica è quella di reggersi in equilibrio dinamico fra le varie forze che agiscono su di essa. Venti, marea, fiumi e sedimenti interagiscono innanzitutto per formare la laguna, quindi per mantenerla e modificarla costantemente. In questo processo, l’uomo si è inserito adattando la laguna ai suoi bisogni.
La laguna di Venezia si è formata secoli fa come risultato di un processo a cui hanno partecipato varie forze della natura. I fiumi portavano i sedimenti con cui nascevano le barene, il trasporto litoraneo creava i banchi di sabbia e le dune che proteggevano la laguna dal mare: le stesse dune che ora si chiamano Pellestrina, Lido, Sant'Erasmo e Punta Sabbioni. La marea, nel frattempo, con il suo continuo flusso e riflusso creava i canali mareali su cui i Veneziani si spostavano con le navi.
L’equilibrio generale di una laguna, quindi, si regge prevalentemente sui sedimenti apportati dai fiumi, che a poco a poco si depositano e, al contempo, sull’azione della marea, che tende a redistribuire gli stessi e a erodere i fondali. Nel momento in cui queste due forze si equivalgono, la laguna si trova in uno stato di equilibrio dinamico, ma se una delle due prende il sopravvento, l’equilibrio si spezza.
I delicati equilibri cui la laguna è soggetta hanno rischiato di spezzarsi più di una volta. Nei secoli XV e XVI l’apporto continuo dei sedimenti dei fiumi e la ridotta influenza della marea, dovuta all’insabbiamento delle bocche, hanno rischiato di trasformare per sempre la laguna in palude e di collegare la città di Venezia alla terraferma. Una situazione che avrebbe gravemente danneggiato la capacità di difesa della Repubblica di Venezia. Con la deviazione dei fiumi Bacchiglione, Brenta, Sile e Piave, il Magistrato alle Acque storicamente è riuscito a espellere ulteriori apporti di sedimenti direttamente nel Mare Adriatico, ripristinando in tal modo l’aspetto della laguna.
Questo nuovo equilibrio è rimasto stabile fino agli inizi del Novecento secolo, quando sono state costruite le dighe sulle bocche della laguna, ovvero sui lidi. Queste dighe hanno rafforzato l’azione della marea, contribuendo così a una lenta ma inesorabile erosione dei fondali e a una continua distruzione delle barene, ormai rimaste quasi esclusivamente nella parte nord della laguna. La costruzione del canale dei Petroli, infine, ha ulteriormente contribuito alla devastazione morfologica di gran parte della laguna centrale. La sfida a cui oggi siamo chiamati è quella di una tempestiva ed efficace reazione ai cambiamenti climatici che, in futuro, sono destinati ad aggravarsi sempre più. (UMGIESSER)