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Idrovie e navigazione interna
Fossae e strutture di ausilio alla navigazione interna tra Altino, Chioggia e Ravenna

I primi lavori di scavo delle fossae funzionali a collegare i bacini idrici naturali lungo l’arco occidentale dell’alto Adriatico iniziarono già in epoca pre-romana. Ma è con l’età imperiale che, in base alle testimonianze delle fonti storiche, si assiste alla progressiva strutturazione di un sistema organico in grado di collegare tutte le principali località dell’area padana e della pianura veneto-friulana comprese tra Ravenna, Altino e Aquileia. La sistemazione della rete idroviaria  padano-veneta ricevette un fondamentale impulso dal potenziamento del porto di Ravenna che, in età augustea, divenne sede stanziale della flotta militare romana per il controllo delle regioni orientali nonché scalo di riferimento per i traffici commerciali della Cisalpina. Questa situazione rese quindi necessario un collegamento diretto tra Ravenna e i porti di Altino e di Aquileia, che conobbe un notevole sviluppo, almeno fino ad Altino, tra il I e il II secolo d.C.  

Il primo tratto dell’antico ed efficiente sistema idroviario endolitoraneo è rappresentato dalla fossa Augusta, che univa Ravenna al ramo del Po nei pressi dell’antica Spina; quindi dalla fossa Flavia, che proseguiva fino a incrociare il corso del Tartaro, non lontano da Adria, per poi continuare con la fossa Clodia, fino a Chioggia. L’attuale laguna veneta era invece attraversata dalla fossa Popilia e dalla fossa Popiliola, che proseguivano, rispettivamente, fino ad Altino e verso Jesolo. Per il tratto che da qui si estendeva fino ad Aquileia la documentazione storica risulta piuttosto avara. È attestato che tale collegamento era attivo per lo meno dalla fine del III secolo d.C., anche se ciò non impedisce di ipotizzarne l’esistenza in un periodo coincidente con quello del primo tratto, dunque tra il I e il II secolo d.C.  

Lungo il percorso dell’idrovia endolitoranea che collegava Ravenna con Altino e Aquileia si possono identificare delle significative strutture archeologiche riconducibili ad impianti di ausilio alla navigazione, come i resti di probabili torri di avvistamento/fari (rispettivamente nella Valle del Mezzano, presso Comacchio, nel Canale San Felice, laguna nord di Venezia, e presso Jesolo) e di un punto di approdo e rifornimento d’acqua dolce (area archeologica di Lio Piccolo, nel Canale San Felice: si veda paragrafo di approfondimento nella sezione “Cisterne alla veneziana”). [MEDAS]     

contributo foto
Fossae e strutture di ausilio alla navigazione interna tra Altino, Chioggia e Ravenna

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