Le Origini di Venezia
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Lapide di fondazione e sigillo plumbeo di anastasioStoria

La lastra in marmo, con iscrizione commemorativa della fondazione della Chiesa di Santa Maria Madre di Dio, fu ritrovata casualmente nel 1895, durante scavi di studio nella cattedrale di Torcello. Danneggiata durante la rimozione, la lapide fu ricomposta nel 1909 sotto la direzione di C.A. Levi, direttore del Museo Provinciale, e dell’arch. D. Rupolo, delegato regionale ai monumenti e poi restaurata e ricollocata nell’abside della basilica nel 1954, dove è ancora oggi visibile.

L’iscrizione latina, male conservata e in più punti illeggibile, che è qui riportata secondo la lettura di Agostino Pertusi, ricorda l’edificazione della chiesa dedicata a Maria nell’anno 639 e costituisce uno dei più antichi documenti attestanti la struttura politico-costituzionale della Venezia Marittima, al tempo in cui le truppe longobarde di Rotari occupavano Oderzo, baluardo armato a difesa del territorio rimasto in mani bizantine.

Il testo ripercorre, infatti, la gerarchia politica ed amministrativa bizantina - l’imperatore Eraclio, l’esarca Isacio e il magistermilitum Maurizio -   che allora reggeva la provincia della Venetia et Histria, saldamente inserita nell’organizzazione statuale imperiale come provincia di frontiera, nella quale era forte l’intonazione militare.

La lapide ci informa chiaramente che nella laguna veneta era in quegli anni presente un Magistermilutum, autorità militare di grado elevato dotata di autonomia decisionale e facente capo direttamente all’Esarca con sede in Ravenna, capitale imperiale in Italia.

L’edificazione della Chiesa in Torcello, ad opera di Maurizio e consacrata dal vescovo Mauro, comprova l’importanza dell’isola nel sistema di insediamento e difesa bizantino nell’area lagunare.

TESTO DELL’ISCRIZIONE

[+ IN N(omine) D(omi)]NI D(e)I N(ostri) Ih(es)V XP(risti), IMP(erante) D(om)N(o) N(ostro) HERA // [CLIO P(er)P(etuo)] AVGUS(to), A[N](no) XXVIIII IND(ictione) XIII FACTA //

EST ECCL(esia) S(anc)]T(e) MARIE D(ei) GENETR(ricis) EX IVSS(ione) PIO ET //

[DEVOTO D(om)]N(o) N(ostro) + ISAACIO EXCELL( entissimo) EX(ar)C(ho) PATRICIO ET D(e)O VOL(ente) //

DEDICATA PR]O EIUS MER[IT(is)] ET [EI]VS EXERC(itu). HEC FABR(ica)T(a) ES[T] //

[ A FVNDAM(entis) PER B(ene)] M(eritum) M[A]VR[ICIV]VM GLOR[I]OSVM MAGISTROMIL(itum)//

[PROV(incie) VENETI]ARVM RESE[D]EN[T]EM IN HVNC LOCVM SVVM //

[CONSECRANTE] S(anc)T(o) ET [REV(erendissimo) MAVRO E]PI(s)C(opo) HVIVS ECCL(esie) F(e)L(i)C(i)T(er). *

In nome del Signore Dio nostro Gesù Cristo, imperante (nel regno del)  il nostro signore Eraclio perpetuo Augusto, nell’anno XXVIIII indizione XIII (fra il  1° settembre e il 5 ottobre 639), fu eretta la chiesa di Santa Maria Genitrice (Madre di Dio) per ordine del pio e devoto signore nostro, da Isacio eccellentissimo Esarca e patrizio e, per volere di Dio, dedicata a per i meriti suoi e del suo esercito.

Questa (chiesa) fu fabbricata dalle fondamenta dal benemerito Maurizio glorioso Magistermilitum della Provincia delle Venezie, mentre risiedeva in questo luogo di sua proprietà.

Consacrante il santo e reverendissimo Mauro vescovo della sua chiesa. Felicemente  

* A. Pertusi, “L’iscrizione torcellana dei tempi di heraclio” Estratto dal “Bollettino dell’Istituto di Storia della Società e dello Stato” IV (1962) Fond. G. Cini centro di Cultura e Civiltà di Venezia) 

Ad ulteriore conferma dell’inserimento dell’area lagunare e del suo immediato entroterra nell’organizzazione istituzionale bizantina, è una bolla plumbea della metà del VII secolo, rinvenuta in una tomba ad Eraclea (VE) nel 1882 e conservata al Museo Provinciale di Torcello.

La bolla porta il monogramma THEOTOKE BOETHEI sul fronte e sul retro “ANASTASIO PATRIKIOS” traducibili con “Dio aiuti il Patrizio Anastasio”.

Si tratta con probabilità del sigillo di un funzionario rappresentante ad Eraclea dell'Esarca bizantino di stanza a Ravenna.

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